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Ho da dire
di sangue rappreso
di mani ed a memoria anche il viso
tra le pieghe d'un sangue
annegato in routine.
Ho già stretto amicizia
con demoni stracchi
che nemmeno credevo di poter salutare.
E sbugiardare una tautologia
lasciandomi fottere forte
nel profumo di schiena.
M'ascolto quel sangue
lo vorrei ritornare
ma se schianto la testa
è per poterla scoprire.
E' un dolore nel petto
da dover ringraziare
ma che d'estasi parla, e ricordo
d'amore, e la fine d'un sogno,
e d'un' alba laggiù.
Se smettessi d' urlare
potrei sentirlo di più
ma se m'ascolto le mani
eccolo ancora, eccolo là
a disperare al petto,
un pianto lo posso tenere.
Ne ho abbracciata di fortuna
torta al collo e poi buttata
in una piega giù al sorriso
che porto
vuoto
a rendere me.
A nudo
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