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Un altro nome si aggiunge alla lunga lista di autori venuti a mancare in questo periodo.
A privarci dei versi di Wisława Szymborska una malattia durata diversi mesi e che l'ha definitivamente sconfitta nella giornata di ieri.
Szymborska preferiva usare il verso libero nelle sue poesie. Le sue opere sono contraddistinte, dal punto di vista linguistico, da una grande semplicità, nella ricerca di una poesia lirica, profonda ma anche ironica, che strizzava l'occhio alla filosofia.
Premiata con i premio Nobel nel 1996, viene riconosciuta come la poetessa polacca più rappresentativa della sua generazione.
La gioia di scrivere
Dove corre questa cerva scritta in un bosco scritto?
Ad abbeverarsi ad un'acqua scrittache riflette il suo musetto come carta carbone?Perché alza la testa, sente forse qualcosa?Poggiata su esili zampe prese in prestito dalla verità,da sotto le mie dita rizza le orecchie.Silenzio - anche questa parola fruscia sulla cartae scostai rami generati dalla parola "bosco".
Sopra il foglio bianco si preparano al balzo
lettere che possono mettersi male,un assedio di frasiche non lasceranno scampo.In una goccia d'inchiostro c'è una buona scortadi cacciatori con l'occhio al mirino,pronti a correr giù per la ripida penna,a circondare la cerva, a puntare.Dimenticano che la vita non è qui.Altre leggi, nero su bianco, vigono qui.Un batter d'occhio durerà quanto dico io,si lascerà dividere in piccole eternitàpiene di pallottole fermate in volo.Non una cosa avverrà qui se non voglio.Senza il mio assenso non cadrà foglia,né si piegherà stelo sotto il punto del piccolo zoccolo.C'è dunque un mondodi cui reggo le sorti indipendenti?Un tempo che lego con catene di segni?Un esistere a mio comando incessante?La gioia di scrivereIl potere di perpetuare.La vendetta d'una mano mortale.
Sulla morte, senza esagerare
Non s'intende di scherzi,
stelle, ponti,tessitura, miniere, lavoro dei campi,costruzione di navi e cottura di dolci.
Quando conversiamo del domani
intromette la sua ultima parolaa sproposito.Non sa fare neppure ciòche attiene al suo mestiere:né scavare una fossa,né mettere insieme una bara,né rassettare il disordine che lascia.Occupata ad uccidere,lo fa in modo maldestro,senza metodo né abilità.Come se con ognuno di noi stesse imparando.Vada per i trionfi,ma quante disfatte,colpi a vuotoe tentativi ripetuti da capo!A volte le manca la forzadi far cadere una mosca in volo.Più di un brucola batte in velocità.Tutti quei bulbi, baccelli,antenne, pinne, trachee,piumaggi nuziali e pelame invernaletestimoniano i ritardidel suo svogliato lavoro.La cattiva volontà non bastae perfino il nostro aiuto con guerre e rivoluzioniè, almeno finora, insufficiente.I cuori battono nelle uova.Crescono gli scheletri dei neonati.Dai semi spuntano le prime due foglioline,e spesso anche grandi alberi all'orizzonte.Chi ne afferma l'onnipotenzaè lui stesso la prova viventeche essa onnipotente non è.Non c'è vitache almeno per un attimonon sia immortale.La morteè sempre in ritardo di quell'attimo.Invano scuote la manigliad'una porta invisibile.A nessuno può sottrarreil tempo raggiunto.
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